Spazio tifosi, nerazzurri nel mondo

Alessandro dagli Stati Uniti tifoso atalantino

Questa è la storia di Alessandro, un bergamasco d’America partito dalla nostra terra e finito a lavorare vicino ad Atlanta dove aiuta i medici della Emory University nella simulazione degli interventi chirurgici e nella ricerca per combattere le malattie vascolari. 
Fin qui sembra il classico racconto di chi ha attraversato l’oceano per mettere la sua professionalità al servizio del prossimo (anche l’ex presidente Obama ha fatto visita in quella scuola per complimentarsi con i medici), ma se tra gli ingredienti di una nuova avventura ci mettete pure la passione per l’Atalanta che riesce a coinvolgere anche uno studente trasformandolo in un grande tifoso ecco che il quadro diventa ancora più incredibile. 

“Insegnavo calcolo e approssimazione numerica di equazioni differenziali al Dipartimento di Matematica del Politecnico di Milano –racconta Alessandro–, ma nel 2006 ho deciso di cambiare vita sia per ragioni personali che professionali. Sono partito per l’America, vivo a Decatur che è vicinissimo ad Atlanta. Si dice che il nome della città derivi proprio da un errore di trascrizione di Atalanta. Pare proprio un segno del destino”.

Con Bergamo nel cuore e un debole per la Valle Seriana (in particolare Songavazzo dove ha una casa), Alessandro rimane costantemente aggiornato sul mondo nerazzurro e vede sempre le partite dall’America.

“È un modo per sentirsi sempre attaccato alla mia terra, Atalanta vuol dire famiglia. Durante il campionato sono sempre qui a Decatur, qualche anno fa riuscii a vedere un’amichevole agostana: ero di ritorno da Singapore, atterrai a Linate alle 11 e prima di ripartire per Atlanta sono venuto allo stadio. Ho amici romanisti e napoletani, tutti sanno che tifo Atalanta. Perfino uno studente. Nel 2014 battemmo il Napoli 3-0, quel ragazzo non sapeva fare un esercizio e mi scrisse risultato e i primi due marcatori. Ho sorriso e gli ho detto che solo con tutti e 3 i marcatori avrei comunque potuto dagli il credito”.

La voglia di Atalanta di Alessandro è diventata ancora più forte grazie al lavoro del tecnico Gian Piero Gasperini. 

“È riuscito a farmi innamorare nuovamente del calcio. Vedere l’Atalanta giocare è proprio bello, ti senti orgoglioso. Ricordo che ho seguito il secondo tempo di Atalanta–Roma dell’anno scorso con le lacrime agli occhi, eravamo sotto ma stavamo facendo cose grandiose e poi abbiamo vinto. Uno spettacolo. Però la mia “partita” è Atalanta–Napoli del 2007. Vincemmo 3-1, ero appena arrivato in America e non era facile: alle 9 del mattino ho seguito la gara con la radiocronaca di Corbani, è stata una grandissima emozione”.

Diversamente da molti altri appassionati, Alessandro ammette candidamente di non capire nulla o quasi di calcio eppure la sua passione ha contagiato anche uno studente. 

“Si chiama Alexander, è americano ed è un grandissimo talento in matematica. Lavora duro, potrebbe essere bergamasco da questo punto di vista. L’estate scorsa l’ho spedito in Italia a studiare ed è passato da Bergamo, appena ha visto le Mura si è innamorato e mi ha detto che gli piacerebbe vivere in Città Alta. Ha visto lo stadio e tanti segni dei tifosi in giro per la città, spontaneamente è venuto da me e mi ha detto “tifo Atalanta”. Da allora se non siamo insieme, ci scambiamo messaggi sulla prestazione ad ogni partita, sta imparando la nostra lingua e quando parla di Atalanta vuole che ci messaggiamo in italiano”.

Tante partite, tanta passione, tanti sogni per il futuro. 

“Io non lo so dove possiamo arrivare –conclude Alessandro– ma dico solo che giochiamo bene e non siamo mai domi. Qui in America seguo gli Atlanta Falcons, assomigliano un po’ all’Atalanta: quando vanno in campo sai già che gli altri sono più forti eppure lottano e combattono con tutto quello che hanno dentro per provarci. Senza nessun timore, bisogna provarci, sempre”.

  • 02/03/2018
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