Primavera: alla scoperta di Andrea Bonanomi

Primavera: alla scoperta di Andrea Bonanomi

Trequartista classe 2006, ha già fatto 4 gol e 6 assist tra campionato e coppa

Andrea Bonanomi, classe 2006, è tra i più giovani del gruppo Primavera, ma anche uno dei più utilizzati in questo inizio di stagione, in cui ha dato un contributo importante con 4 gol e 6 assist nelle sue dieci presenze tra campionato e coppa. "Non mi aspettavo di giocare così tanto, però già dal ritiro estivo mi sono integrato bene con i compagni e ho avuto subito belle sensazioni. Mister Giovanni Bosi mi ha dato subito fiducia e io cerco di ripagarlo con le prestazioni. Ma so che la strada è ancora lunga e io spero di riuscire ad aiutare ancora la squadra con altri gol e assist".

"Sono nato a Erba - si presenta Andrea  - ma ho sempre vissuto a Cesana Brianza. Ho iniziato a giocare a calcio quando ancora andavo all'asilo. So che l'Atalanta mi ha sempre seguito fin da bambino, ma i miei genitori, essendo ancora molto piccolo e finendo la scuola nel tardo pomeriggio, hanno preferito che restassi a giocare vicino a casa, convinti che se mi fossi confermato negli anni, il treno sarebbe ripassato anche quando sarei stato più grande. E così è stato: nel 2017, dopo tre stagioni al Como, quando ho iniziato le scuole medie ed è diventato più facile conciliare gli orari scolastici con gli allenamenti, sono arrivato all'Atalanta. La strada da casa a Zingonia non è poca, ma venire agli allenamenti è sempre stato un piacere".

Il calcio inteso come divertimento è sempre stato il segreto e anche la forza di Andrea: "Mi piace venire al campo, allenarmi, fare fatica. Come dice mio papà Alessandro, quando inizia a pesarti, vuol dire che non va più bene. Lui ha giocato fino a 35 anni, ha fatto anche le giovanili nel Milan, mancino come me ma giocava più sulla fascia. Essendo stato anche lui in questo mondo, sa come funziona. Io cerco sempre di vivere il calcio con il sorriso, per me è prima di tutto un divertimento, sapendo comunque che più si avanti e più diventa un impegno importante. Per le mie caratteristiche, mantenere sempre  la spensieratezza e riuscire a divertirsi quando si è in campo, aiuta. Sono cresciuto ammirando Dybala, mancino come me, e da quando sono all'Atalanta ho sempre guardato i giocatori come Iličić e soprattuto il Papu Gomez: ero a San Siro quando ha segnato contro la Dinamo Zagabria in Champions e ho ancora in mente quel gol. Recentemente durante la sosta delle nazionali mi è capitato di partecipare a un allenamento con la prima squadra ed è stata un'esperienza bellissima: è un calcio diverso, ti rendi conto di come aumenti la velocità di pensiero. E poi certe giocate di Muriel...".

Mancino puro, Andrea ha affinato la tecnica negli anni e ancora oggi non è raro vederlo palleggiare per il Centro Bortolotti: "Sono convinto che la tecnica si possa sempre migliorare con l'esercizio: la mia è frutto delle tante ore passate a palleggiare fin da bambino. Anche nel giardino di casa: nel tempo libero lo sfrutto per allenarmi: palleggi, slalom, muro. Tutto serve per migliorare la tecnica. Un esempio. Quando eravamo in quarantena, ci allenavano online con mister Roberto Previtali e noi gli mandavamo dei video con delle challange: ho iniziato a palleggiare con delle palle sempre più piccole, fino ad arrivare a usare la pallina da tennis. All'inizio dopo qualche palleggio mi cadeva sempre, poi con l'esercizio sono riuscito ad andare avanti come se fosse un pallone normale".

"Ho sempre giocato in mezzo al campo, mediano, mezzala o trequartista. Per le mie caratteristiche - spiega - stare sempre nel vivo del gioco, toccare tanti palloni, è fondamentale. Gol e assist non sono mai mancati, solo nella stagione in U16 ho segnato poco. Quello è stato finora l'anno più difficile per me, a livello fisico e di prestazioni, ma è stato forse l'anno che mi è servito di più: le difficoltà ti aiutano a crescere, soprattutto dal punto di vista mentale. Continuando a lavorare sono cresciuto. Poi io sono stato fortunato perché comunque ho sempre giocato. So però quanto non sia facile quando non si gioca e per questo cerco sempre di stare vicino ai compagni che magari in quel momento trovano meno spazio".

"Per staccare un po' - conclude Andrea - passare il tempo libero con la famiglia e gli amici sicuramente aiuta. Ho due fratelli più piccoli Nicolò e Christian che giocano a Molteno e nel tempo libero mi piace andare a vederli. Per il resto cerco di conciliare gli impegni calcistici, che sono sempre maggiori, con lo studio e frequento il Liceo Scientifico Sportivo a Lecco".

VivaioAndrea Bonanomi