Primavera: alla scoperta di Federico Simonetto

Primavera: alla scoperta di Federico Simonetto

L'esterno sinistro, classe 2006, è reduce dal suo debutto nell'U18 italiana

La sosta del campionato Primavera per Federico Simonetto ha avuto un sapore speciale: "È arrivata la mia prima chiamata in azzurro e poi anche il debutto con l'U18 italiana nelle due amichevoli in Romania. Una grande emozione e una bella soddisfazione che mi dà ancora più carica per continuare a lavorare sodo e a migliorare per far sì che sia un punto di partenza e per conquistarne altre facendo bene con la maglia dell'Atalanta".

Esterno mancino classe 2006 di Olgiate Comasco, dall'estate 2017 veste la maglia nerazzurra: "Questa ormai è la mia settima stagione qui. Ho cominciato a giocare quando avevo 4-5 anni nella Faloppiese, nel paese accanto al mio, poi dopo un paio di anni sono passato al Como e poi la chiamata dell'Atalanta. La passione me l'ha trasmessa mio papà Claudio: anche lui è stato un calciatore, è arrivato fino alla Primavera del Como per poi proseguire in D e nei dilettanti. Era un attaccante, di piede destro però. Con lui ho passato tantissimo tempo a giocare fin da bambino nel giardino di casa. Ci abbiamo messo anche le porte da calcio. Mi ricordo in particolare che mi insegnava a usare anche il destro. Poi ho continuato a giocare in giardino con mio fratellino Francesco: ora ha dieci anni e gioca anche lui a calcio, nel FOR (Faloppiese Olgiate Ronago)".

Papà Claudio, però, non gli ha trasmesso solo la passione per questo sport, ma, da ex attaccante, anche un certo fiuto del gol. Giocando da terzino, Federico nella scorsa stagione si è infatti messo in mostra anche per l'aspetto realizzativo, andando in doppia cifra: "L'ultima è stata senz'altro la mia stagione più bella: l'ho chiusa con undici gol, dieci gol con l'U17 e uno con l'U18. Non avevo mai segnato così tanto, nemmeno quando giocavo più avanti. Da piccolo ho fatto anche l'esterno alto nel tridente e a volte, quando ero a Como, anche l'attaccante. Ma così tanti gol non ricordo di averne mai fatti. All'inizio è stata una sorpresa anche per me, poi ci ho preso un po' la mano. La cosa curiosa è che tutto è partito da un autogol che ho propiziato con il Cittadella: in quell'occasione non mi venne assegnato il gol, ma da lì mi sono sbloccato e ho cominciato a segnare. E alla fine i compagni per scherzo hanno cominciato a chiamarmi bomber".

Un vizietto che Simonetto non si scorda di avere: "A inizio anno sono riuscito a segnare in una partitella d'allenamento contro la prima squadra. È stata un'esperienza fantastica. Mi aveva impressionato la corsa e la velocità di Bakker. E poi, davanti a me ho, l'esempio di Ruggeri, che come me è cresciuto nel settore giovanile: sarebbe stupendo riuscire a ripercorrere il suo percorso, anche se naturalmente so che la strada è ancora lunga e bisogna lavorare tanto. Ma la voglia di crescere e migliorare non manca".

VivaioFederico Simonetto