Intervista all’esterno tedesco Gosens
Gosens: "Tanta voglia di ritornare in Europa"
Robin Gosens ha solo 23 anni, è alla sua prima stagione in Italia, ma ha già dimostrato grande maturità, non solo calcistica. Professionalità, applicazione, voglia di imparare hanno caratterizzato una crescita costante da quando è a Bergamo.
Robin, un professionista si vede anche dai particolari: dopo sette mesi parli già un buonissimo italiano.
"Per me era fondamentale imparare in fretta la lingua. Se non capisci cosa ti chiede il mister in allenamento, non puoi giocare. E anche nello spogliatoio non è bello se non comprendi quello che dicono i tuoi compagni. Oltre alle lezioni d'italiano con gli altri compagni stranieri, io e Haas siamo andati a delle lezioni private per imparare di più. E mi sono comprato su internet due corsi d'italiano così ho potuto studiare e fare esercizi a casa o quando magari siamo in viaggio in aereo. Ora sono in grado di parlarlo e di comprenderlo e questo mi ha aiutato. Poi a me piace imparare nuove lingue: ora so parlare tedesco, olandese, inglese, italiano, ma mi piacerebbe studiare anche francese e spagnolo. È tutta cultura".
Conoscere la lingua ti ha aiutato ad ambientarti, ma anche sul campo poi hai dimostrato grande applicazione.
"I primi due-tre mesi non sono stati facili, dovevo imparare la lingua e il calcio italiano. Ora mi sento bene e le ultime prestazioni penso siano andate bene. Qui poi i tifosi sono pazzeschi: ci hanno sempre sostenuto, anche quando le cose non sono andate sempre bene. E questo mi ha aiutato a prendere fiducia. Adesso mi fermano per strada, mi riconoscono e mi incoraggiano, mi dicono che sto facendo bene, che la prossima sarà la mia stagione. Tutto questo affetto mi piace, è un segnale positivo".
Il primo anno per uno straniero può servire per ambientarsi, ma tu hai già dimostrato di poter dare un contributo anche in questa stagione: quando sei stato chiamato in causa, ti sei fatto trovare pronto.
"Ho cercato di imparare il più possibile anche guardando Spinazzola. Quando sono venuto sapevo che davanti avrei trovato un grande giocatore come lui, un nazionale. Il mister mi aveva detto di guardare il lavoro che faceva lui e di farmi trovare pronto quando sarebbe toccato a me. Penso di aver imparato molto da Spinazzola anche in allenamento".
Il tuo modello come terzino?
"Alaba è sempre stato il mio preferito. Perché può fare tutto, non solo l'esterno. Può giocare a centrocampo, in attacco... ovunque lo metti ha un altissimo rendimento. Avevo preso anche la sua maglia".
Alaba ha segnato diversi gol, uno importante quest'anno lo hai segnato anche tu.
"A Goodison Park contro l'Everton. Per me già solo il fatto di poter giocare in Europa è qualcosa di bellissimo, riuscire anche a fare un gol a una squadra così importante, è stata una grandissima soddisfazione. Poi anche a Liverpool c'erano tantissimi tifosi bergamaschi. È stato bellissimo".
Il momento finora più emozionante?
"Ci metto anche il rientro da Napoli e Roma coi tifosi che ci aspettavano in aeroporto nel cuore della notte. Io non avevo mai visto una cosa simile. Davvero impressionante. C'era gente che la mattina dopo sarebbe andata a lavorare, eppure erano tutti lì per noi. Ed erano migliaia. Ho fatto anche dei video che ho mandato ai miei amici e ai miei familiari. Il giorno dopo mi hanno chiamato in tanti per farmi domande: volevano tutti sapere dei tifosi dell'Atalanta"
Hai potuto toccare con mano la passione dei tifosi, ma anche quanto sia stata bella l'avventura in Europa.
"Sapendo cosa vuol dire, abbiamo ancora più voglia di tornarci. Abbiamo dieci partite per riuscirci. Sarebbe importante qualificarci ancora: abbiamo imparato molte cose dall'esperienza di quest'anno che ci sarebbero sicuramente utili nel caso dovessimo riuscire a giocare l'Europa League anche nella prossima stagione. Noi vogliamo andarci, sappiamo anche che non è facile, ma anche che è possibile".
Ora comincia il rush finale del campionato
"Abbiamo dieci finali, dobbiamo vincerne 6-7. E le prossime due partite in casa con Udinese e Sampdoria potrebbero essere decisive".
Ormai ti sei ambientato bene. Il tuo rapporto con Bergamo, con la città?
"Mi piace molto, è una città tranquilla e ci sono posti molto belli come Città Alta. Mi piace prendere la funicolare anche solo per andare a prendere un caffè a San Vigilio. E i bergamaschi sono sempre molto gentili. L'unica cosa è che ancora faccio fatica a capire il bergamasco... Quello ancora non l'ho imparato (ride, ndr)".
Il Gosens calciatore ormai si è già fatto conoscere a Bergamo. Il Gosens ragazzo di 23 anni invece ha qualche passione extracalcistica?
"Quando torno in Germania mi piace giocare a tennis con gli amici. Mi piace perché è uno sport molto veloce. Il mio preferito è Nadal perché gioca sempre al cento per cento, è un gran combattente, anche se devo ammettere che Federer è il più forte del mondo".
Nella tua giornata cosa non può mancare?
"Sicuramente la musica. Senza musica non potrei vivere: R&B, Hip Hop soprattutto. C'è una canzone che ascolto sempre prima di ogni partita mentre sono in viaggio sul pullman verso lo stadio: "Lose Yourself" di Eminem. È un pezzo molto forte, mi aiuta a concentrarmi. È diventato una sorta di rito da ormai tre-quattro anni".