Primavera: alla scoperta di Rizzo Pinna
Il centrocampista in nerazzurro dal 2007
Nella decima puntata del del nostro viaggio nel mondo della Primavera andiamo alla scoperta di Andrea Rizzo Pinna. Centrocampista classe 2000 dai piedi buoni e dall'ottima visione di gioco, ha cominciato a vestire la maglia nerazzurra da quando era bambino: dai Pulcini alla Primavera, inseguendo il sogno di esordire un giorno in Serie A.
Andrea, partiamo dai tuoi primi calci a un pallone...
"Ho cominciato quando avevo 5 anni e mezzo alla Fiorita, una squadra di Romano di Lombardia, il paese dove sono cresciuto. Mia mamma Valeria è di Agrigento, mio papà Salvatore di Reggio Emilia ma ha anche lui origini siciliane. Io sono nato a Milano ma ho sempre vissuto a Romano. Quindi mi sento bergamasco a tutti gli effetti".
La passione per il calcio è nata presto?
"Me l'ha trasmessa mio papà, giocavamo a pallone nel giardino di casa. Da piccolo mi piaceva Kakà, però non ho mai avuto un idolo vero e proprio: mi piaceva Pirlo, ora se devo dire un nome Pjanic e nell'Atalanta Freuler, il centrocampista in cui mi rivedo di più per caratteristiche. Il calcio è diventata la mia passione, in tv non mi perdo una partita. Mi piace molto la Premier League inglese perché si vedono le partite più spettacolari e le giocate più tecniche".
L'Atalanta è entrata presto nella tua vita.
"Nel 2007, l'anno del Centenario del club. Non c'era ancora la squadra della mia classe, sono stato il primo 2000 dell'Atalanta. Ero nella squadra dei '99, insieme a Melegoni. È una bella soddisfazione essere all'Atalanta fin dai Primi Calci ed essere arrivato fino alla Primavera. L'Atalanta mi ha cresciuto sia sotto il piano calcistico che umano. E dopo tanti anni con questi colori, posso dire che pesa tanto la maglia, la senti tua".
In tutti questi anni hai subito anche un'evoluzione nel ruolo.
"Non sono sempre stato un centrocampista. Ho iniziato come attaccante, poi negli anni di Bonaccordo e Silvani ho fatto anche il difensore. È stato poi proprio Silvani, negli Esordienti, a farmi giocare con continuità a centrocampo".
E da lì una crescita continua e tanti ricordi. Uno su tutti: lo scudetto U17 sfiorato da capitano.
"L'anno scorso è stato sicuramente un anno importante, penso il più importante della mia giovane carriera. Anche se abbiamo perso lo scudetto in finale: ma dalle sconfitte si impara. Abbiamo comunque sempre giocato un bel calcio, purtroppo i dettagli fanno la differenza. Ho indossato per tutta la stagione la fascia. Il mister aveva fatto scegliere il capitano alla squadra e i miei compagni avevano fatto il mio nome. Un bel riconoscimento: vuol dire che il gruppo ha fiducia in te. Ci siamo tolti delle belle soddisfazioni, anche se purtroppo non è arrivato lo scudetto. Io ho anche segnato il mio gol penso più bello. A Brescia: prima rubo palla con un anticipo sulla linea di centrocampo, poi riesco a saltare prima un loro centrocampista, poi i due difensori centrali e il loro portiere, sempre facendo suola-interno. Quello è stato sicuramente un gol che mi ricorderò per sempre, insieme a quello della vittoria 2-1 sul campo del Milan nell'anno dei Giovanissimi Nazionali".
L'anno scorso dal punto di vista personale ti ha riservato anche un'altra grande soddisfazione.
"La mia prima convocazione in Nazionale. Ci speravo da tanto ed è arrivata proprio in occasione delle qualificazioni agli Europei con l'U17. Non mi aspettavo di rientrare nei 20 convocati, invece alla fine le ho giocate tutte da titolare. Per questo devo tanto al ct Bigica che mi ha dato fiducia. Siamo arrivati fino alla Fase Finale e per un ragazzo di 17 anni è il massimo. È stata una bellissima esperienza che ci ha permesso di confrontarci con squadre come la Spagna e giocatori molto forti".
Ora il tuo sogno qual è?
"Come tutti penso sia riuscire a esordire in Serie A. Ho davanti l'esempio di Melegoni: siamo partiti insieme nei Primi Calci e vederlo in prima squadra ti fa sperare di riuscire un giorno ad arrivare dove è lui ora. Dopo tanti anni con questa maglia, dopo tutta la trafila nelle giovanili, sarebbe davvero una grandissima soddisfazione".