Nerazzurri nel mondo: Giovanni da Sydney

Bergamasco di covo, tifoso nerazzurro in Australia

Dentro la travolgente passione per l’Atalanta di un popolo fiero e orgoglioso come quello orobico ci sono storie a dir poco incredibili. La semplicità è qualcosa di magico, soprattutto se accompagna le parole di chi per vedere una partita della squadra di Gasperini si mette in viaggio da Sydney, Australia, percorre oltre 33mila chilometri tra andata e ritorno, cambia 6 aerei e resta in volo 44 ore e 15 minuti, ma ci tiene a ringraziare quei tifosi che ogni giorno stanno vicino alla squadra e la sostengono.

Giovanni è un ragazzo bergamasco di Covo, ha 30 anni e sta vivendo una bella esperienza in Australia, ma la sua passione per i colori nerazzurri è vivissima e l’ha portato a organizzare un viaggio incredibile per vedere Gomez & C. a Dortmund in occasione della gara di andata dei sedicesimi di finale i Europa League.

“Da quando sono in Australia –racconta Giovanni– l’unica possibilità di vedere le partite dei nerazzurri sono i canali streaming. Il commento spesso è in lingua straniera, vedere le partite dal vivo è tutta un’altra cosa, ma grazie ai miei amici che ogni volta mi inviano foto e video direttamente dalle trasferte (comprese quelle europee) è più facile sentirsi vicino all’Atalanta. Durante i mesi della cavalcata in Europa League mi sono spesso ripetuto che  almeno una partita l’avrei dovuta vedere e ho messo nel mirino Dortmund. Un paio di settimane prima ho preso il biglietto e poi ho organizzato tutto. È stata un’esperienza splendida”.

Sydney–Dortmund andata e ritorno è già di per sé un viaggio pazzesco, farlo in modalità “toccata e fuga” fermandosi solo 15 ore per vedere i 90 minuti di partita rende tutto ancora più incredibile.

“Non sono matto, sono semplicemente di Bergamo e amo l’Atalanta. Ho iniziato a seguire la squadra dall’età di 13 anni con papà, sono stato abbonato ed esserci è stato splendido. Ho fatto scalo ad Abu Dhabi e Monaco, una volta arrivato a Dortmund ho raggiunto subito lo stadio e sono stato insieme agli amici. È stato bellissimo vivere insieme al popolo nerazzurro in trasferta quelle ore, ci sono tantissimi momenti che mi porto nel cuore per un’esperienza davvero unica: sono partito da Sydney con 37 gradi, in Germania la temperatura era vicino allo 0, ma il calore della nostra gente mi ha travolto”.

Il concetto più importante che rimbalza dall’altro capo del mondo e cui Giovanni tiene molto non è legato al racconto del suo viaggio.

“Il mio piccolo stendardo esposto a Dortmund con scritto ‘Dall’Australia solo per Te’ -spiega Giovanni- voleva far capire a tutti i tifosi che quando l’Atalanta ha bisogno del massimo sostegno i bergamaschi attraversano mari e monti per essere presenti. Ci tengo particolarmente a ringraziare tutti quei tifosi che hanno l’opportunità di seguire ed incitare quotidianamente l’Atalanta. I tifosi nerazzurri sono dappertutto e conosciuti in tutto il mondo, anche qui a Sydney”.

L’ambiente è fondamentale, il calore della gente all’ombra di Città Alta è sempre fortissimo.

“Credo che i giocatori abbiano un ruolo molto importate insieme allo staff tecnico e alla società, sono convinto che anche grazie all’incoraggiamento e al sostegno di noi tifosi l’Atalanta è arrivata fino in Europa e, se possibile, andrà anche oltre. Durante la mia trasferta ho conosciuto altri ragazzi di Bergamo che vivono a Londra, Dublino e Malta: eravamo tutti lì nel grande stadio del Borussia per sostenere l’Atalanta e questo fa capire ancora di più quanto questa squadra sia importante per tutta la nostra città… Siam bergamaschi e non conosciamo confine”.

Una simile dimostrazione d’affetto prescinde da ogni risultato, chi vive l’Atalanta con tanto trasporto non si ferma mai ai risultati ma guarda sempre alla fierezza con cui si scende in campo per onorare i colori nerazzurri. “Mi esalta -conclude Giovanni da Sydney- vedere i giocatori lottare su ogni pallone con grinta e determinazione, anche questo contribuisce a realizzare grandi sogni. Avanti così, con grande determinazione e sempre senza paura”.

  • 10/03/2018
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