Primavera: alla scoperta di Chiossi

La sua prima stagione in nerazzurro

Nella nona puntata del del nostro viaggio nel mondo della Primavera andiamo alla scoperta di Federico Chiossi, centrocampista classe 1999 alla sua prima stagione in nerazzurro. Tecnica e piedi buoni sono eredità di un passato da trequartista, quando l’idolo d’infanzia era una vecchia conoscenza atalantina trapiantata a Modena, club con cui Federico ha debuttato tra i professionisti non ancora maggiorenne.

Federico, partiamo dai tuoi primi calci a un pallone…

“Presto, anche perché quando in casa hai un fratello di due anni più grande che ama giocare a calcio, ti ritrovi subito un pallone tra i piedi. Nicolò è stato il mio primo compagno di giochi: avevamo sempre la palla tra i piedi, giocavamo in casa, non lesinavamo dei gran contrasti tanto che a volte capitava di andare a sbattere contro qualche spigolo o di rompere qualcosa. Abbiamo iniziato a giocare insieme nella squadra del quartiere, il San Faustino Rosselli di Modena. Lui aveva 7 anni, io 5. Eravamo nella stessa squadra, per diversi anni ho giocato sotto età”.

Poi il passaggio in club professionistico…

“Due anni al Sassuolo, anche lì sotto età. Giocavo con i 98, c’era Adjapong che ora gioca in prima squadra. Ma era un bell’impegno: dovevo prendere il pulmino e a casa non arrivavo mai prima delle 18,30, spesso saltavo catechismo e poi avevo poco tempo per studiare. Così la mia famiglia scelse una soluzione che mi permettesse di fare tutto. Il campo del Modena era più vicino a casa e io oltre tutto sono sempre stato tifoso del Modena”.

E al Modena hai fatto tutta la trafila fino alla prima squadra.

“Sette anni. Dal primo anno di Giovanissimi Regionali alla prima squadra nella scorsa stagione. All’inizio giocavo trequartista: mi tenevano vicino alla porta perché segnavo tanto. Nell’anno dei Giovanissimi Regionali avevo sfiorato i venti gol. Ero il bomber della squadra. Il mio idolo era un ex atalantino che giocava nel Modena: Alex Pinardi. Quando andavo allo stadio, guardavo solo lui, cercavo di studiarne le giocate per poi provare a rifarle”.

Poi però hai cambiato ruolo.

“Dai Giovanissimi Nazionali mister Malverti mi ha arretrato di qualche metro e ho cominciato a giocare stabilmente da centrocampista. Ed è diventato il mio ruolo. L’anno degli Allievi Nazionali è stato molto importante, sia a livello personale che di squadra: ottenemmo dei grandi risultati come la vittoria 3-2 a Vinovo con la Juventus e sfiorammo i playoff”.

È stato il trampolino di lancio verso la prima squadra.

“Nella scorsa stagione sono stato subito aggregato alla prima squadra. Ero tra i più giovani del gruppo. Alla decima giornata di campionato ho fatto il mio esordio in Lega Pro. Mi ricordo ancora tutto perfettamente: era il 22 ottobre 2016, Modena-Venezia, titolare. In settimana avevo intuito qualcosa perché un centrocampista si era infortunato e in ballottaggio per sostituirlo eravamo io e altri ragazzi giovani. Nella rifinitura il mister, Simone Pavan, un altro ex atalantino, mi chiama in disparte. Ci allenavamo nell’antistadio, lui mi porta sul campo del Braglia e mi dice che avrei giocato dal primo minuto. Mi ricordo ancora le sue parole: mi disse di che era solo una partita di calcio e quindi dovevo stare tranquillo, pensare solo a divertirmi e a giocare come sapevo. Gli devo tanto, perché mi ha dato l’opportunità di esordire nel calcio dei grandi”.

L’esordio come andò?

“Dal punto di vista personale bene perché dopo mezzora feci l’assist per il gol del nostro vantaggio. Ma poi purtroppo abbiamo perso 2-1. Quel Venezia era una corazzata, lanciato verso la promozione. A fine partita sono andato nel loro spogliatoio per chiedere la maglia a Domizzi: la tengo a casa, ancora sporca, come uno dei miei ricordi più belli insieme alla mia maglia dell’esordio. Ma un’altra grande soddisfazione la ebbi tornando a casa leggendo le dichiarazioni dell’allenatore del Venezia Pippo Inzaghi che faceva i complimenti a Pavan per avermi fatto esordire”.

Pinardi, Pavan, Inzaghi… Sembra che l’Atalanta in qualche modo fosse già nel tuo destino.

“In effetti è vero. La stagione scorsa per me è stata importante: col Modena ho fatto diverse presenze da titolare ed è arrivata anche la mia prima chiamata in Nazionale: all’esordio con l’U18 in Francia ho fatto anche gol. Poi la scorsa estate è arrivata l’Atalanta. Ero già in ritiro col Modena quando ho saputo che avevo questa opportunità. Anche se significava andar via da casa per la prima volta nella mia vita, non ci ho pensato due volte: essere chiamato da quello che ritengo il miglior settore giovanile, per me era una grande soddisfazione”.

Ora i tuoi obiettivi quali sono?

“Innanzitutto come squadra speriamo di raggiungere i migliori risultati possibili. E personalmente cercherò di ritagliarmi più spazio possibile. Poi il sogno è quello di riuscire un giorno a esordire in Serie A con questa maglia. Quando sono andato allo stadio a vedere le partite della prima squadra, ho sempre trovato una bellissima atmosfera e sono sempre rimasto colpito dal calore dei tifosi. Vedere giocatori come Gomez e Iličić è uno spettacolo, da centrocampista però ammiro molto Freuler”.

  • 21/03/2018
  • Primavera
  • Federico Chiossi