Primavera: alla scoperta di Gabriel Martinelli

Il centrocampista bergamasco è arrivato in estate dalla Virtus Ciserano Bergamo

Gabriel Martinelli è uno dei volti nuovi della Primavera nerazzurra. Bergamasco di Pumenengo, alle spalle ha un lungo percorso nel calcio dilettantistico, fino alla chiamata dell’Atalanta in estate a 18 anni appena compiuti: “Per me che sono bergamasco arrivare a giocare nell’Atalanta è il massimo, di meglio non poteva esserci”.

“Ma non lo vedo certo come un punto di arrivo – continua Gabriel -, semmai come un punto di partenza per cercare di migliorarmi e magari un giorno coronare il sogno di giocare tra i professionisti. Mi ricordo ancora l’emozione di quando con la Primavera abbiamo fatto una partitella d’allenamento con la prima squadra. Mi sono ritrovato per la prima volta a giocare con gente di Serie A, io che venivo dai dilettanti. Settimana scorsa durante la sosta per le nazionali ho poi avuto anche la grande opportunità di allenarmi un paio di volte con loro: è stata un’esperienza fantastica. Ho cercato di apprendere il più possibile guardando da vicino chi gioca nel mio ruolo come Éderson e Adopo. Ma più di tutti ammiro Muriel, ha un tocco di palla e una tecnica incredibili”.

Un’adorazione che tradisce le origini: “In effetti quando ho iniziato a giocare, facevo l’attaccante, punta centrale, poi nel corso degli anni mi hanno spostato sull’esterno e quindi a centrocampo come mezzala, che è diventato il mio ruolo. Anche se viste le mie caratteristiche mi so adattare, quest’anno ho fatto anche il quinto e il terzino a destra”. Nella Primavera nerazzurra si è ritagliato subito uno spazio importante, impiegato finora sempre titolare in tutte le partite disputate in campionato: “Non pensavo nemmeno io di giocare subito così tanto, sono contento perché per il mio carattere sentire la fiducia è importante. Ma so che la strada è ancora lunga e c’è tanto da lavorare e migliorare”.

Quella di Gabriel è una storia alternativa, non la classica trafila in un settore giovanile di club professionistici. “Per la verità ho anche iniziato tardi a giocare a calcio. Fino a dieci anni ho praticato principalmente il nuoto. Ed ero anche bravino. A un certo punto ho cominciato anche a fare le gare. A casa ho tante medaglie: a stile libero vincevo praticamente sempre e gli istruttori mi dicevano che potevo avere un futuro. Ma io volevo giocare a calcio. Non a caso ho una foto di quando avevo tredici mesi e in piazza tiravo già calci a una lattina accartocciata a mo’ di pallina. È stato mio fratello maggiore Joele, di tredici anni più grande, a trasmettermi la passione, mentre mio papà Giorgio si è appassionato col tempo: ha fatto tanti sacrifici per seguirmi e per portarmi in giro ad allenarmi. Ho cominciato a giocare prima vicino casa a Urago d’Oglio, poi Romanese e Forza & Costanza. Quindi 4 anni alla Virtus Ciserano Bergamo, dall’U15 fino alla prima squadra. L’anno della svolta è stato in U17, poi nella scorsa stagione mi dividevo tra Juniores e prima squadra: giocare in Serie D con i più grandi è stato sicuramente molto formativo e ora mi sto accorgendo che può essermi d’aiuto”.

  • 18/10/2023
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